Alcuni spunti e riflessioni sul Fiducia Supplicans
“A chi vuole criminalizzare l’omosessualità vorrei dire che si sbaglia. […] essere omosessuali non è un crimine.” ha affermato il Papa rispondendo alla lettera di padre James Martin, il gesuita statunitense, tra la voci del mondo cattolico più ascoltate a livello internazionale, che svolge il suo apostolato tra le persone LGBTQIA+ (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender, Queer, Intersessuali, Asessuali. Il + indica inoltre tutte quelle identità di genere e orientamenti sessuali non eterosessuali e non binarie che non rientrano nelle lettere dell’acronimo).
Proprio in merito a questa tematica, il 18 Dicembre 2023 è stata firmata, con l’approvazione di Papa Francesco, la Dichiarazione Fiducia Supplicans sul senso pastorale delle benedizioni del Dicastero per la Dottrina della Fede.
Il documento, che ha aperto la possibilità di benedire coppie dello stesso sesso, ha suscitato reazioni e interpretazioni varie anche all’interno del mondo cattolico!
Il Papa ha affermato che «la Chiesa ha una concezione molto chiara del matrimonio: un’unione esclusiva, stabile e indissolubile tra un uomo e una donna, naturalmente aperta a generare figli. […] la Chiesa evita qualsiasi tipo di rito o sacramentale che possa contraddire questa convinzione e far intendere che si riconosca come matrimonio qualcosa che non lo è.» Aggiunge, infine, appellandosi alla “carità pastorale” che «quando si chiede una benedizione, si sta esprimendo una richiesta di aiuto a Dio, una supplica per poter vivere meglio, una fiducia in un Padre che può aiutarci a vivere meglio».
Il Fiducia Supplicans definirebbe, quindi, la possibilità di impartire, in certe circostanze, una benedizione che non è l’approvazione di una situazione non conforme al Vangelo, bensì una risposta ad una richiesta di aiuto da parte di coppie definite “irregolari”.
Il tema dell’omosessualità, però, non è presente solo all’esterno del mondo clericale, ma anche all’interno. Infatti, padre James Martin, che è stato ricevuto in Vaticano da Bergoglio, ha dichiarato “I sacerdoti omosessuali e le suore lesbiche ci sono, perché non parlarne, perché dovrebbero nascondersi? Più persone fanno coming out e più vescovi, sacerdoti e laici capiscono che non sono categorie ma persone”.
Il gesuita prosegue, riferendosi a Papa Francesco, dicendo: “Quello che mi ha sorpreso di più è stato il suo avvicinamento alle persone LGBTQ+, che è stato un’immensa benedizione non solo per quella comunità, ma anche per le loro famiglie e i loro amici. Alcuni cattolici tendono a dimenticare che quando il Papa si rivolge a queste persone, non accoglie solo loro, che sono una percentuale relativamente piccola di cattolici, ma anche le loro famiglie e i loro amici, che sono un gruppo molto più grande nella Chiesa di oggi”.
Occorre tenere conto che l’attuale Papa ha un approccio indubbiamente più aperto ed inclusivo verso il mondo LGBTQIA+ rispetto ai suoi predecessori, tra cui Benedetto XVI: resta aperto, quindi, l’interrogativo su quale possa essere il progetto di tale apertura, che potremo scoprire solo in futuro.