Oltre il pregiudizio
Sono tempi particolari questi che stiamo vivendo, tempi che sottopelle ci danno come la sensazione che l’umanità si stia affacciando a una nuova epoca in cui niente sarà come prima.
Gli ultimi scontri in Medio Oriente riaccendono i riflettori sulla questione Israele-Palestina e naturalmente ripartono le tifoserie: da una parte chi sostiene la questione palestinese accusando Israele di effettuare sia occupazioni illegali di territori sia violenze sulla popolazione e dall’altra chi appoggia Israele quale Stato legittimo e centro dei desideri di potere di estremisti islamici con Hamas in testa.
Abbiamo molti problemi da risolvere qui in Italia e ci sono così tanti scontri nel mondo che viene quasi da non pensarci ma no, il giornalismo ci ricorda con così tanta frequenza e sollecitudine quanti razzi Hamas abbia lanciato da Gaza e quanti ne abbia tirati giù Gerusalemme con l’Iron Dome, quanta elettricità manchi ai palestinesi e quanti scontri avvengano a West Bank che non è possibile fare spallucce.
Penso che se generalmente (ma non sempre) la posizione ideologica della persona secolare è allineata a quella dell’ala politica d’appartenenza, a quale schieramento aderisce, o meglio, quale posizione prende chi ha scelto di sottomettere la propria vita a Cristo che nacque proprio in Israele? Ho sentito diversi commenti che mi hanno spinto a far luce su una posizione emersa che come cristiani non dovremmo mai appoggiare: parlo dell’antisemitismo.
La Palestina contro Israele, i Paesi arabi contro Israele, tutto il mondo contro Israele e gli ebrei. La storia del popolo ebraico è sempre stata caratterizzata da guerre, persecuzioni e massacri, la Bibbia stessa spiega come Israele si sia spesso ribellato a Dio che nei secoli ha rivolto a questo popolo numerosi appelli al pentimento che non sono quasi mai stati ascoltati. Israele finisce infine per soccombere alla propria ribellione.
Israele ha mostrato più volte di agire con durezza ribellandosi ai princìpi della parola di Dio.
Alla luce delle debolezze del popolo ebraico noi non ebrei abbiamo il diritto di sentirci un gradino sopra i Giudei per giudicarli, per escluderli dal piano di Dio e per appropriarci delle benedizioni a loro riservate? E, soprattutto, Dio autorizza questo giudizio e sorpasso?
Sebbene la Bibbia riporti con estrema lucidità i peccati di Israele ciò non significa che le popolazioni pagane e non ebree di tutti i tempi siano state immuni da errori, atrocità e ribellioni, anzi intere nazioni e culture sono letteralmente scomparse dalla faccia della Terra a causa del proprio peccato mentre Israele, a quanto pare, no.
Ma chi è Israele? Il popolo d’Israele è la manifestazione del desiderio di Dio di farsi conoscere in tutte le epoche e a tutte le popolazioni del mondo.
Dio ha sempre amato la Sua gente, chiamandola affettuosamente “popolo prediletto”, e la onora davanti al mondo paragonandola nientemeno che alla pupilla del proprio occhio. Dio ha un piano di salvezza per l’umanità che attraversa i tempi e le nazioni, un piano che è stato allargato a nostro beneficio ma che è focalizzato sul suo “tesoro particolare”.
Tuttavia il mondo cristiano si è macchiato sin da subito di antisemitismo riprendendo e arricchendo le teorie e le diffamazioni diffuse ben prima della nascita del Messia oppure teorizzandone di nuove come si nota studiando alcuni punti salienti della patristica cristiana spiegati dall’apologeta Giustino Martire secondo cui gli ebrei avrebbero perso il titolo di “Israele” e i cristiani non ebrei l’avrebbero ereditato. Un’altra teoria argomenta, per esempio, che la circoncisione degli ebrei è un segno di giudizio e che Dio gradisce di più l’adorazione dei non ebrei che quella degli ebrei, e aggiunge che gli ebrei hanno perso per confisca la Bibbia che ora appartiene ai cristiani non ebrei dato che questi ultimi sarebbero diventati il “vero Israele”1.
Nei secoli quest’immagine deviata si è spostata anche nell’arte, nei dipinti e nei manoscritti miniati realizzati nel Medioevo, perciò l’ebreo era sempre rappresentato con un sorriso maliziosamente diabolico e circondato da demoni dalle sembianze di maiali e di scorpioni2.
La nuova religione dell’Islam (fondata nel VII sec. d.C. da Maometto e successivamente dai suoi seguaci) è stata influenzata dall’antigiudaismo e ha sviluppato un proprio concetto originale d’antisemitismo.
Persino nella Riforma protestante sono state lanciate accuse verso il popolo ebraico reo, tra le altre cose, di non essere stato attratto dalla nuova e riformata testimonianza proposta della Chiesa cristiana.
Torquemada, Lenin, Stalin, Hitler, Mussolini e altri hanno portato avanti idee antisemite ispirate fra l’altro da varie fonti della patristica e hanno concepito ideologie politiche dando seguito come ben sappiamo allo sterminio.
Attraverso la diffusione del documento “I protocolli dei savi di Sion”, rivelatosi poi un chiaro falso storico, la polizia segreta zarista nei primi anni del XX secolo contribuì a diffondere l’idea che i sionisti si fossero insediati in numerose posizioni di potere in vari Stati per asservire a sé stessi e alla propria causa il mondo.
Poiché in quanto credenti possediamo una visione spirituale ci risulta innegabile che Israele sia stato storicamente e ripetutamente perseguitato da un’oppressione maligna.
La Lettera ai Romani al capitolo 11 contiene un misto di rivelazioni e avvertimenti; Paolo spiega che i sentimenti e le promesse di Dio non sono mai cambiati nel corso dei secoli e che Israele sarà una ricchezza per le nazioni quando finalmente riconoscerà Gesù come Messia; tuttavia ci esorta a non commettere il peccato di furto (spirituale) e d’arroganza.
Dio si è scelto un popolo, gli ha dato una terra e ha eletto Gerusalemme quale Sua capitale, per sempre. I piani di redenzione per Israele e per il popolo ebraico si protraggono nei secoli fino alla fine dei tempi descritta nell’Apocalisse.
Israele sarà riscattato e Gerusalemme è la città del Signore. Nella Bibbia Dio chiama Israele una “bandiera per le nazioni” e dichiara che ciò si vedrà quando Lui inizierà a riportare gli Ebrei nella loro terra. Pensiamo che ai giorni di Esdra circa cinquantamila Ebrei tornarono in Israele dalla Persia e fu un evento così importante che la Bibbia vi dedica due libri (Esdra e Neemia) più vari brani presenti in altre parti della Scrittura che riportano alcuni aspetti spirituali e storici dell’evento.
Nel 1948 si è ufficialmente costituito lo Stato di Israele e da allora si assiste a un’incessante aliyah (ascesa, il ritorno d’Israele nella propria terra). Solo negli anni che vanno dal 1989 al 1998, per esempio, sono stati circa settecentocinquantamila gli ebrei tornati nella terra promessa, un numero spropositato rispetto a quello riportato nel libro di Esdra: un segnale per le nazioni.
Gli occhi di Dio sono sempre sul Suo popolo e sbaglieremmo a escluderlo dal piano divino di redenzione e benedizione, anzi potremmo perfino derubare Dio.
Sosteniamo Israele in preghiera e buon Rosh Hashanah a tutti3.
1Avner Boskey, Israele, la chiave del risveglio mondiale, Perciballi Editore, Roma 2009, p.113.
2Joshua Trachtenberg, The Devil and the Jews: The Medieval Conception of the Jew and Its Relation to Modern Anti-Semitism, Jewish Publication Society, Philadelphia 2002.
3Rosh Hashanah è il Capodanno ebraico che nel 2021 cade dal 6 all’8 settembre.