Più libri più liberi.

Grazie Gutenberg

Se Johannes Gutenberg nel XV secolo non avesse visto in alcuni materiali e oggetti d’uso comune la possibilità di divenire, una volta ricombinati, qualcosa di nuovo – inventando così la stampa a caratteri mobili – forse oggi il mondo non sarebbe lo stesso.

Non è che uno pensi a Gutenberg tutte le volte che prende in mano un libro, però bighellonando per gli stand della Fiera della piccola e media editoria, Più libri più liberi il pensiero è corso a quest’inventore. A maggior ragione dal momento che quest’anno il tema della fiera (che, dopo uno stop a causa della pandemia, arriva a festeggiare il suo ventennale) è stato quello della libertà.
A fare da contenitore e da cornice l’ormai abituale Centro congressi La nuvola con sede a Roma nel quartiere EUR.

Dentro il centro La nuvola, mascherine a parte, sembrava che nulla fosse cambiato. Presenziavano le scolaresche gracidanti, il fitto calendario di incontri culturali e professionali, le chiacchierate con gli editori, la fila per Zerocalcare, le solite polemiche di cui ogni anno si farebbe volentieri a meno… e durante la fiera è arrivata una notizia bellissima: Patrick Zaki libero.
La libertà è uno stato che ci appartiene dalla nascita eppure a volte, senza che nessuno debba farci da carceriere, viviamo da prigionieri. Pitturiamo d’oro le sbarre delle nostre solitudini, dei nostri egoismi, delle paure, delle passioni tristi, illudendoci d’esserci tutto sommato ricavati un bel posto sicuro.
Ci sentiamo liberi nuotando in un acquario da salotto quando potremmo disporre dell’oceano.

Magari è successo solo a me (ne dubito) ma so com’è sentirsi un polpo alla gola, sentirsi cioè incapaci di gridare aiuto anche se quelle sbarre, quell’acquario, ci stanno implodendo addosso, dentro, ovunque.
Nel frattempo, ho avuto i libri. Mi hanno tenuta a galla, a volte soffocata ma più spesso ispirata e rallegrata; mi hanno fatta sentire capita, meno sola e mi hanno dato uno scopo, un posto in questo mondo.
Ora, vi prego, non immaginate una vita disastrata perché non è la mia storia. Da quel che ho capito di quest’epoca, in questa parte privilegiata del pianeta, se non si prova la fame o la paura che una bomba spazzi via la casa, pensa che ti ripensa un modo per essere infelici lo si trova lo stesso. Ma attenzione, perché si muore anche di infelicità, fa solo meno rumore. E a me stava andando più o meno così.

Tutti i libri letti non mi avevano liberata: mi avevano fatta respirare, viaggiare, sognare… ma la Libertà è un’altra cosa.
Il polpo non andava via e il mio cuore era sempre più accartocciato. Finché, un giorno, un libro è arrivato ad aprire le mie prigioni, a salvarmi per sempre. Ho sognato sogni potenti leggendo il profeta Daniele, mi si è rivelato il cuore di padre di Giuseppe immergendomi nel vangelo di Matteo, ho elevato lo spirito leggendo i Salmi, ho ammirato la creazione nel libro della Genesi e sto ancora imparando l’Amore in tutta la Bibbia.
L’àncora era sempre stata lì – Dio l’aveva lanciata tanto tempo fa sapendo che ne avrei avuto bisogno – sciocca io a non afferrarla prima.
Intorno al mondo del libro c’è tanta retorica e in quanto a proclami d’unica salvezza per l’umanità ultimamente l’editoria compete forse quasi solo con i vaccini.
Ma nella sua bottega di Magonza Gutenberg stampò l’unico libro che sa davvero sconfiggere mostri, liberare principesse, innalzare guerrieri, ispirare eroi e salvare vite.

Mi sono sempre chiesta, pensando al nome della fiera, se fosse davvero così: se leggere più libri donasse davvero più libertà.
Una risposta credo d’averla trovata, voi invece che pensate?

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