Grazie a Dio è venerdì!
Ehi, che si fa stasera? Inizia così il tam tam per organizzare una delle serate più attese della settimana, anzi per alcuni si tratta forse de “la” serata!
Le proposte vengono via via scremate, non ho voglia di chiudermi in casa e nemmeno d’un momento film, no, ho necessità di uscire, di muovermi, di stabilire nuovi contatti con le persone e sento il bisogno di parlare o forse sento il bisogno di qualcosa di più del solito venerdì sera.
Come un flash spunta il ricordo che il venerdì notte alla associazione cristiana Sabaoth di Milano si svolgono due attività fisse, irrinunciabili, immutabili, impattanti e decisamente potenzianti; una di queste è la nottata targata ScegliGesù. Ma chi sono quelli della ScegliGesù?
Se non la conosci sappi che in questi ultimi dodici anni il team ScegliGesù con tutto il suo esercito di volontari è diventato via via un punto di riferimento stabile per le comunità homeless sparse sul territorio milanese. Anche durante la pandemia e i vari lockdown, quando i milanesi si trovavano barricati in casa per obbligo e paura, nonostante la città fosse deserta questo gruppo supportava i senzatetto al massimo delle forze, mi ricordo che sono state raccolte e distribuite decine e decine di sacchi a pelo, pasti ecc.
Deciso, stasera ci vuole qualcosa di forte, si esce in missione!
Il contatto è Marco, con lui definisco di seguire la missione homeless che presta servizio alle stazioni di Cadorna, Centrale e Garibaldi.
Per me stasera l’appuntamento sarà quindi davanti alla stazione di Cadorna.
Arrivo in metro, i volontari della ScegliGesù arrivano con il camper e iniziamo a tirare giù il banchetto, le ceste dei panini, il contenitore con il cibo caldo e i thermos con le bevande.
Come dicevo questo camper è decisamente conosciuto quindi attorno al banchetto si forma immediatamente il primo gruppo di persone a cui distribuiamo il pasto; gli ospiti hanno volti quasi tutti noti, vien da sé salutarsi e scambiarsi le ultime sullo stato di salute, sulla bontà dell’ultima coperta o maglione consegnati.
I nostri homeless arrivano da tutto il mondo attraverso percorsi e circostanze incredibili, hanno visto e subìto la faccia dura della vita poi, quando a un certo punto le opzioni si sono esaurite, è rimasta loro la strada. E Dio.
Scambiamo frasi, ascoltiamo ciò che desiderano condividere… inizio a riflettere.
Quand’è stata l’ultima volta che mi sono fermato ad ascoltare una storia incomprensibile, totalmente avulsa dal mio mondo e inimmaginabile?
E quando ho donato una scintilla d’amore a quell’uomo invisibile che mi parla (o ad altri come lui), coperto dallo stesso bisogno di riscatto che Gesù vedeva e accoglieva?
Cosa posso offrire se non ciò che io stesso ho ricevuto immeritatamente?
L’esperienza della grazia della salvezza non risulta mai stonata, inappropriata o fuori luogo ed è l’unica cosa di valore e sensata che io possa dare.
Desidero lasciare un seme a Sandro (nome di fantasia per tutelare la privacy), perché anch’io come lui persi il lavoro e la compagna e scoraggiato vidi aprirsi davanti a me un baratro di disperazione.
Se avessi fatto anche solo un passo in più in quella direzione chissà dove sarei ora. A un certo punto la vita di strada non sembrava poi così lontana da me.
Mentre mi addentro cuore a cuore nella vita di Sandro realizzo di quanto Amore sono stato circondato: Gesù ha compiuto un miracolo nella mia vita e può farlo anche con Sandro e con gli altri senzatetto e non solo.